Ravenna storica

Ravenna, storia e trasformazione di una città

Ravenna è senza dubbio uno dei più importanti centri dell’Alto Medioevo italianoeuropeo e mediterraneo. Tuttavia, nonostante il suo Patrimonio Unesco sia ben noto e celebrato, la città non ha mai avuto quel meritato riscontro turistico che altre destinazioni italiane hanno invece registrato. Ravenna ha però un ruolo fondamentale per conoscere i secoli che segnarono l’inizio del Medioevo Europeo (V – VII secolo d.C.), e di conseguenza gli equilibri contemporanei e moderni. Torniamo allora indietro di 1500 anni e proviamo insieme a ricostruire, grazie ai monumenti e le testimonianze ancora visibili e visitabili, quella che doveva essere la topografia della città ai tempi di Teodorico e Giustiniano.

La fortuna della città è senza alcun dubbio legata al trasferimento della capitale dell’Impero Romano d’Occidente da Milano a Ravenna. Siamo nel 402-403 d.C. Onorio, penultimo imperatore d’Occidente, intimorito dalle pressioni “barbare” ai confini alpini, decide di spostare i suoi dignitari e funzionari in Romagna.

In breve tempo la città cambia. Da piccolo centro romano, si trova improvvisamentea diventare una capitale. La sfida è attrezzarla velocemente con tutte quelle infrastrutture necessarie all’altezza del nuovo compito istituzionale. Prima di tutto l’allargamento delle mura: la superficie della città passa da 33 a 166 ha. Nonostante il trascorrere dei secoli e i successivi restauri, alcuni tratti originali sono ancora visibili, basta ad esempio recarsi lungo via Porta Aurea oppure passeggiare in Piazzale Torre Umbratica.

Nuovi assi stradali vengono costruiti all’interno della città, alcuni dei quali recuperando precedenti percorsi. Uno su tutti: l’enorme strada porticata (oggi la centralissima via Mariani), scavata dagli archeologi all’inizio del Duemila, che collegava la zona della cattedrale (Duomo di Ravenna) con quella del palazzo imperiale, posto immediamente alle spalle della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Componente fondamentale della viabilità rimangono i percorsi d’acqua: il fiume e il torrente Padenna si incrociavano all’altezza dell’attuale Mercato Coperto; c’era poi la Fossa Lamises e infine la Fossa Augusta, un canale artificiale che collegava la città alla laguna veneta e che doveva passare probabilmente nei pressi dell’attuale Via di Roma.

Insomma tra il V e il VI secolo si assiste a una vera e propria rinascita dell’edilizia locale con la realizzazione di imponenti edifici pubblici, grandi domus e infrastrutture, tutto per rispondere alle esigenze di una committenza legata inizialmente all’imperatore, e in seguito ai sovrani goti, all’esarca e ai vescovi della curia ravennante. A tutto ciò si aggiunge la diffusione della religione cristiana, scarsamente attestata a Ravenna prima di allora, che proprio a partire da quel momento vede le autorità ecclesiastiche ritagliarsi all’interno della città nuovi spazi. Un esempio? Basta pensare al Battistero Neoniano, monumento Unesco, costruito proprio intorno alla metà del V secolo.

In città vengono così a definirsi due poli di aggregazione: da una parte c’è quello religioso attorno al palazzo del vescovo; dall’altra, invece, quello civile costruito attorno al palazzo imperiale. A questi due nuclei si affianca un terzo polo. Siamo alla fine del V secolo. Con l’arrivo di Teodorico, il suo popolo di credo ariano comincia ad occupare un’area priva di costruzioni posta ai margini della città dove oggi, per intenderci, si trovano il Battistero degli Ariani e la Chiesa dello Spirito Santo.

Il più importante elemento di trasformazione del paesaggio urbano di Ravenna è però la costruzione del grande Palazzo Imperiale, di cui oggi rimane, tralasciando la sua rappresentazione all’interno dei mosaici della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, ben poco se non dei materiali rinvenuti durante parte di uno scavo archeologico effettuato agli inizi del Novecento. Il palazzo non era un unico edificio ma un complesso di ambienti che andavano a occupare un’area estesa tra l’odierna Chiesa di San Giovanni Evangelista e la Chiesa di Santa Maria in Porto. Tra questi sicuramente un ambiente destinato agli alloggi dei militari di stanza al palazzo, la cappella palatina (la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo), la Moneta Aurea (sede della zecca di Ravenna) e il circo, di cui il toponimo Via Cerchio è forse una lontana testimonianza.

A ricordo di questo complesso, oggi è visitabile il Palazzo di Teodorico (cosiddetto). Si tratta in realtà di una costruzione posteriore d’età carolingia, edificata probabilmente sulle fondamenta del palatium e che conserva al suo interno alcuni mosaici rinvenuti durante lo scavo. Lo sviluppo economico e la crescita degli investimenti tra V e VII secolo favoriscono una nuova vitalità per l’edilizia privata ravennate.
Alcuni importanti scavi archeologici hanno consentito di riportare alla luce edifici a scopo abitativo di elevata qualità formale, da collegare probabilmente alle esigenze dei nuovi ceti dirigenti.

Articolo di Davide Marino